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mercoledì 2 giugno 2010

Il Circolo del Pd intitolato a "Donatello Compagnone"

Sabato 29 maggio, presso la sede del Partito Democratico di S. Marco in Lamis, si è svolta la cerimonia di intitolazione del Circolo a Donatello Compagnone, illustre cittadino sammarchese vissuto nel XVI secolo, sconosciuto ai più e ricordato fino ad oggi solo da una intitolazione di una strada comunale e da quel nome ("Donatellum Compagnone") ancora inciso nell'antica lastra murata a Palazzo badiale a memoria del suo operato a favore della comunità sammarchese.

Per l'occasione si è avuta la presenza dell'On. Cesare Damiano, Ministro del Lavoro del governo Prodi, che, dopo gli interventi del segretario di Circolo, Paolo Soccio, e del Sindaco, Michelangelo Lombardi, ha chiuso l'iniziativa con un pregnante discorso sulla attuale situazione economica, della crisi finanziaria e sulla situazione del lavoro in Italia ed ha infine scoperto la targa marmorea affissa all'entrata del Circolo con il simbolo del Pd e la dedica a Compagnone (targa lavorata e donata dalla ditta Michele Leone di S. Marco in L. che il Circolo ringrazia). Erano presenti anche il sindaco di Rignano Garganico, Antonio Gisolfi, il segretario Pd di San Nicandro, nonché assessore alla cultura, Riccardo Tricarico e il Presidente della Direzione provinciale del partito Aldo Ragni.

Nel suo intervento il Segretario ha spiegato le motivazioni che hanno spinto il Coordinamento verso questa scelta e ha raccontato delle difficoltà incontrate in una difficile, lunga ma ricca discussione che ha animato il circolo per diversi mesi. Ha poi illustrato la situazione socio-economica e politica del tempo, una situazione di forte crisi della Badia (ormai praticamente abbandonata dai Cistercensi; i frati Osservanti minori si insedieranno solo nel 1578), con abati assenteisti che avevano lasciato campo aperto ai propri ufficiali che evidentemente avevano vessato duramente gli abitanti della valle riportandoli quasi ad una situazione di servitù della gleba. E poi oltre vent'anni di vertenze e di lotta politico-giudiziaria, grazie all'impegno di Compagnone, che portarono finalmente nel 1559 il riconoscimento e il ristabilirsi dei diritti precedentemente goduti dalal comunità da parte dell'abate commendatario Vincenzo Carafa.

Quali erano questi diritti? Come si evince dall' iscrizione sita al primo piano del Comune: la possibilità di «usare et pascolare herbe, spigare» e raccogliere ghiande e pernottare in tutti i terreni della abbazia; il diritto ad avere giusto salario; di «fare forni e centimoli» (piccoli mulini) per uso domestico; di far pascolare e abbeverare gli animali “domiti”; di raccogliere legna secca e il diritto al «ceppone di Natale»; «l’immunità e communità» con le Università e abitanti di San Giovanni Rotondo e Rignano; un giorno franco di mercato settimanale (il sabato); la promessa da parte dell'Abate di “mutare” ogni anno gli “offigiali” che non dovevano più essere “affittatori” dell’Abate stesso; in ultimo lo stabilirsi che la «defenza de Valle Stignano» era di proprietà dell’Università e degli abitanti di San Marco in Lamis e che ne poteva disporre secondo i propri bisogni.

Anche il Sindaco si è soffermato sulla figura di Compagnone e sulla gestazione della decisione del Circolo, infatti seppure tale scelta ha potuto incontrare qualche perplessità in quanto collocata cronologicamente in un tempo lontano dal nostro, ha raccolto alla fine il convincimento di tutti per l'alto significato delle sue gesta, per il grande merito, ovvero di aver fatto ristabilire quei diritti civici che erano stati usurpati ai sammarchesi (tra gli altri richiedere «un giusto salario» per i lavoratori), che permettevano la stessa sopravvivenza fisica dei sammarchesi del tempo, insomma per quei diritti fondamentali che oggi, come ha detto anche Cesare Damiano, che si è complimentato per la scelta operata dal Circolo, «sono ancora più attuali e di cui si sente ancor più bisogno».

Oltre al significato che quella lotta di 450 anni fa ci lascia in eredità oggi, cioè quella di dover difendere sempre i propri diritti acquisiti, senza l'uso della violenza, ma nel rispetto delle Istituzioni, delle Leggi e della Giustizia, Paolo Soccio ha aggiunto una seconda importante motivazione: «Quello che si può dire con certezza è che da quel momento è possibile individuare l’inizio di una storia politica a San Marco in Lamis. Quella storia che nei due secoli successivi porterà poi la nostra comunità ad affrancarsi del tutto dal potere temporale della Chiesa fino a divenire ufficialmente Città nel 1793.»

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