Portale del Circolo del PD di San Marco in Lamis

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venerdì 30 gennaio 2009

APPELLO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Negli ultimi giorni abbiamo assistito a un crescendo di episodi di violenza contro le donne, dalle atroci aggressioni allo stupro di gruppo, avvenuti soprattutto nella città di Roma.
La violenza contro le donne è un fenomeno che assume ormai i connotati di una vera e propria emergenza nazionale, costituendo la prima causa di morte per le donne e le giovani donne. Come ha registrato una recente ricerca dell'Istat, infatti, sono 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni ad avere subito, nel nostro Paese, violenza sessuale o fisica nel corso della vita, pari a una donna su tre. Di queste, 5 milioni hanno subito violenza sessuale, 1 milione ha subito stupri o tentati stupri.
La violenza di genere è soprattutto domestica e avviene ad opera di familiari e conviventi. Ma certo quella che accade casualmente in strada ad opera di sconosciuti non è meno drammatica. C'è un grande problema di sicurezza nelle città per le donne, che riguarda le periferie isolate e buie, la mancanza di servizi e strumenti adeguati al contrasto tempestivo, la carenza di strutture per il sostegno e la prevenzione.
Di fronte a questi dati così allarmanti ciò che vogliamo denunciare sono la sottovalutazione della gravità del problema e un clima culturale di svilimento della dignità femminile. Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio sull'ineliminabilità dello stupro per le italiane sono inaccettabili, offensive per le donne che ne sono drammaticamente vittime, lesive della dignità di tutte. Su questo tema non tolleriamo battute e leggerezze. Quelle parole destano gravissime preoccupazioni, perché sono insieme sintomo e causa di questo clima che va combattuto in modo fermo e deciso. Contro la violenza sulle donne è necessario lavorare sulla prevenzione e promuovere una cultura del riconoscimento della libertà reciproca e del reciproco rispetto tra uomini e donne. Occorrono politiche concertate, dal trasporto pubblico e privato al commercio, amministratori che promuovano iniziative sul territorio, periferie meno abbandonate, una rete di sostegno. E' necessaria la certezza della pena per chi commette questi reati, anche perché le vittime possano sentirsi sicure. Ma ciò presuppone che si riconosca che il problema esiste, che riguarda le relazioni stesse tra uomini e donne e che richiede un impegno straordinario.
Gli interventi del governo in questo settore sono invece di segno opposto. Non esiste più un piano contro la violenza di genere, non vengono stanziate risorse per i centri antiviolenza, i 20 milioni di euro del 2008 non sono stati reiterati per il 2009, le leggi sullo stalking e sulla violenza sessuale vanno a rilento. Tutti gli emendamenti dell'opposizione per introdurre già nel pacchetto sicurezza misure più stringenti sono stati respinti. Per questo chiediamo che:

- il ministro dell'interno Maroni venga al più presto in Parlamento a riferire sulla grave emergenza della violenza contro le donne e sulle misure, anche finanziarie,
che il governo deve mettere in campo al più presto per contrastare il fenomeno e rendere le città più sicure per le donne;

- il Parlamento prenda al più presto in esame le proposte del Pd contro la violenza sulle donne, a sostegno dei centri antiviolenza;

- la legge sullo stalking venga approvata al più presto;

- il governo metta in campo una campagna antiviolenza la quale informi le donne sulle strutture e i servizi di prevenzione e contrasto e preveda corsi di educazione al rispetto della differenza femminile nelle scuole, per promuovere il rispetto della dignità e dei diritti delle donne;

- che si facciano politiche efficaci di integrazione delle persone immigrate.

Il Partito Democratico nelle prossime settimane lancerà una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne su tutto il territorio nazionale per contribuire alla prevenzione e a una cultura del rispetto del corpo femminile.


VITTORIA FRANCO, ANNA FINOCCHIARIO, MARINA SERENI, RITA LEVI MONTALCINI, DACIA MARAINI, MARGHERITA HACH, ROSY BINDI, WALTER VELTRONI, ANNA MARIA ABBATE, ROBERTA AGOSTINI, GIOVANNA ALTIERI, CARLA ATTIANESE, MARIA TERESA ALTORIO, SILVANA AMATI, BRUNA BARAVELLI, GIULIANO BARBOLINI, MARIANNA BARTOLAZZI, FIORENZA BASSOLI, MARIANGELA BASTICO, MARIA TERESA BERTUZZI,GIOVANNA BEVIGLIA, FRANCA BIONDELLI,TAMARA BLAZINA,PAOLA BONGARZONI,RITA BORIONI, SANDRO BRANDOLINI, AIDA CANOBBI, ANTONELLA CANTARO, LAURA CAPELLI,NADIA CARI', ANNA MARIA CARLONI,SUSANNA CENNI,FRANCESCA CHIAVACCI, FRANCA CHIAROMONTE,CATIA CINANNI, GLORIA MARI A CINGOLI, FRANCA CIPRIANI, EMANUELA CLEMENTI, FIORELLA CODOGNOTTO,GIGLIOLA CORDUAS,ALBA COSTAMAGNA, GIACOMO COSTANTINI, MATILDE D'ASCANIO, ELMILIA DE BIASI,ILARIA DI BELLA, LEOPOLDO DI GIROLAMO, EMANUELA DONI, EMANUELA DROGHEI, SONIA ELISI, STEFANO ESPOSITO, GIULIANA ESPOSITO, MANUELA FACCO, ROSSANA FEDELE, CINZIA MARIA FONTANA, GRAZIA FRANCESCATO, ANTONELLA FUCILE, MARIA PIA GARAVAGLIA, LAURA GARAVINI, RITA GHEDINI, FRANCESCA GIORDANI,DONATA GOTTARDI, MONICA GIUNTINI, MARIA FORTUNA INCOSTANTE, LINDA LANZILLOTTA, DANIELA LASTRI, NICOLETTA LIVI BACCI, MASSIMO LIVI BACCI, MARIO LOVELLI, ALESSANDRA LO VERSO, BEATRICE MAGNOLFI, FRANCESCA MARINARO, CATIUSCIA MARINI, ALBERTO MARITATI, PAOLA MARTINI, GIOVANNA MELANDRI, TERESA MARZOCCHI, DANIELA MAZZUCCONI, ELENA MERAZZI, COLOMBA MONGIELLO, ALESSIA MOSCA, FRANCO NARDUCCI, MAGDA NEGRI, PAOLO NEROZZI, ANTONELLA ORLACCHIO, PINA ORPELLO, MARIA GRAZIA PAGANO, MARIA GRAZIA PASSUELLO, CARLO PEGORER, CATERINA PES, PINA PICIERNO, OLIVIA PICCHI, ROBERTA PINOTTI, LEANA PIGNEDOLI, ADRIANA PRAZIO, ELISABETTA RAMPI, ANTONIO RANDAZZO, CATERINA ROMEO, SABINA ROSSA, SILVANA LAURA SALSI, AMALIA SCHIRRU, STEFANO SEDAZZARI, ROSITA SERRA, NADIA SIMONI, ALESSANDRA SIRAGUSA, ALBERTINA SOLIANI, LORIANA STELLA, SALVATORE TOMASELLI, CLAUDIA MARIA TRAVICELLI, LIVIA TURCO, ALESSANDRA UNTOLINI, VINCENZO VITA, LUIGI VIMERCATI, WALTER VITALI, SANDRA ZAMPA, SONIA ZARINO

giovedì 29 gennaio 2009

“La pioggia rischia di far sprofondare le aziende agricole nei debiti” L’on. Bordo annuncia un’interrogazione al Ministro per le Politiche Agricole

A causa delle piogge intense che si sono abbattute sulla Capitanata centinaia di aziende agricole rischiano il fallimento, perché non possono far fronte ai prestiti contratti anche per produrre l’ortofrutta che ora marcisce sotto l’acqua. E’ indispensabile che il sistema locale del credito sia al fianco di questi piccoli imprenditori”. C’è anche questa motivazione alla base dell’interrogazione al ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali annunciata dall’on. Michele Bordo, deputato del Partito Democratico, a sostegno del riconoscimento dello stato di emergenza provocato da una vera e propria calamità naturale.
L’area più colpita è quella degli arenili costieri di Manfredonia, Margherita di Savoia e Zapponeta: “un fronte di circa 30 chilometri di terreno fertile, in gran parte destinato alla produzione di ortofrutta pregiata che garantisce un elevato valore aggiunto commerciale e impiega migliaia di braccianti”.
Nell’interrogazione, Michele Bordo chiede di conoscere dal ministro Luca Zaia quali azioni intenda intraprendere per: favorire il celere riconoscimento dello stato di calamità naturale a sostegno delle aziende agricole del territorio della provincia di Foggia; promuovere un’intesa con i principali istituti di credito per il rinnovo dei prestiti agrari contratti dalle aziende colpite dagli eventi calamitosi; attivare misure di sostegno al reddito dei lavoratori del comparto agricolo iscritti negli elenchi anagrafici dei Centri territoriali per l’impiego della Provincia di Foggia e residenti nei Comuni colpiti dagli eventi calamitosi. “Un intero comparto economico è sprofondato in una grave crisi – conclude il deputato del PD – alla cui soluzione debbono solidalmente concorrere lo Stato, la Regione e la Provincia di Foggia per evitare che sui Comuni si scarichi una tensione insopportabile e difficilmente gestibile”.

Rispetto

Negli ultimi giorni abbiamo assistito a un crescendo di episodi di violenza contro le donne, dalle atroci aggressioni allo stupro di gruppo, avvenuti soprattutto nella città di Roma.
immagine documento
Per questo chiediamo che:

- il ministro dell'interno Maroni venga al più presto in Parlamento a riferire sulla grave emergenza della violenza contro le donne e sulle misure, anche finanziarie, che il governo deve mettere in campo al più presto per contrastare il fenomeno e rendere le città più sicure per le donne;

- il Parlamento prenda al più presto in esame le proposte del Pd contro la violenza sulle donne, a sostegno dei centri antiviolenza; la legge sullo stalking venga approvata al più presto; il governo metta in campo una campagna antiviolenza la quale informi le donne sulle strutture e i servizi di prevenzione e contrasto e preveda corsi di educazione al rispetto della differenza di genere nelle scuole, per promuovere il rispetto della dignità e dei diritti delle donne.

Il Partito Democratico nelle prossime settimane lancerà una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne su tutto il territorio nazionale per contribuire alla prevenzione e a una cultura del rispetto del corpo femminile.

Il PD, dunque, non chiede al governo l’ennesimo spot, come i tanti che l’esecutivo ha propinato ai cittadini italiani, ma un impegno vero e concreto. Il problema della violenza sulle donne è grave e complesso, e va risolto con determinazione ed efficacia.

Vittoria Franco, ministro ombra per le Pari Opportunità, intervenendo nella puntata di Punto DEM, il talk politico della tv del PD, ricorda come la questione richieda un’analisi complessiva e attenta: “non esiste solo la violenza di cui la cronaca parla – afferma – ma esiste anche, quella violenza che si consuma tra le mura domestiche”. “Sono molte, la maggioranza, - continua Franco - le donne che muoiono per mano di un parente, di un familiare. Nelle mura domestiche si esercita la violenza ma resta spesso coperta dal silenzio. E questo non può essere dimenticato pur tenendo a memoria i gravissimi fatti che sono avvenuti a Roma negli ultimi giorni

Il PD chiede quindi un impegno a tutto campo in difesa della donna, un appello che deve essere accolto anche dalla maggioranza. "Contro la violenza sulle donne – continua l’esponente del PD - è necessario che il governo intervenga per promuovere la cultura del rispetto tra i sessi. Proprio il contrario di quello che ha fatto Berlusconi pronunciando quelle frasi indecenti”.
Per questo – afferma la senatrice - chiediamo al ministro dell'interno Maroni di venire subito in Parlamento a riferire sulle misure, anche finanziarie, che il governo deve mettere in campo al più presto per contrastare il fenomeno”.

In attesa di un segnale dal governo, i deputati del Partito Democratico hanno già presentato una mozione alla Camera dove si chiede un impegno dell’esecutivo per il finanziamento di un Piano d'azione contro molestie e violenze di genere e dell'Osservatorio pubblico nazionale del monitoraggio statistico sulla violenza alle donne, istituito dalla legge finanziaria per il 2007; l’aumento dei numeri telefonici di pubblica utilità uniti a campagne informative tradotte nelle lingue più diffuse; l’istituzione, mediante urgenti iniziative in sede di Conferenza Stato-regioni, presso i pronto soccorso medici di sportelli per l'accoglienza delle donne maltrattate; corsi formativi per operatori della giustizia, delle forze dell'ordine, dei servizi sociosanitari e campagne di educazione al rispetto della donna, della persona, a partire dalla scuola: estensione della sfera di applicazione del permesso di soggiorno anche alle donne vittime di maltrattamenti o abusi sessuali.

Queste sono le prime azioni che il Partito Democratico ha messo in campo contro la violenza sulle donne. Ma non sono le uniche. Nelle prossime settimane inizierà una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne su tutto il territorio nazionale per contribuire alla prevenzione e per diffondere una nuova cultura del rispetto del corpo femminile.

da www.partitodemocratico.it

mercoledì 28 gennaio 2009

DECRETO ANTICRISI: MONGIELLO (PD) "GOVERNO DELUDE ANCORA UNA VOLTA"

Dichiarazione della senatrice Pd Colomba Mongiello

"Ancora una volta questo Governo dimostra di non avere alcuna reale volontà di rivitalizzare e rilanciare il settore agricolo che rappresenta una delle vocazioni più antiche e radicate del nostro Paese". Lo dichiara la senatrice del Pd Colomba Mongiello intervenendo sul decreto anticrisi all'esame dell'Aula del Senato. "Nel decreto oggi in esame la parola agricoltura non è neppure citata ed è francamente sconcertante - prosegue Mongiello - che mentre il 30 dicembre 2008 sulla Gazzetta Ufficiale veniva pubblicata la conversione in legge del decreto sulla competitività del settore agroalimentare, il 31, cioè il giorno dopo, con il 'decreto milleproroghe' il Ministro Tremonti abbia spazzato via, ancor prima che entrassero in vigore norme importanti, quali quelle sulla chiusura dei contenziosi tra Inps e agricoltori, attraverso una rateizzazione dei contributi previdenziali arretrati e quelle relative all'estensione dei canoni concessori per le attività di pesca e acquicoltura".
" Appare evidente - conclude la sentrice Pd - la preoccupante superficialità con cui il Governo tratta un tema così centrale nell'economia nazionale: l'agricoltura, così come appare evidente il peso inconsistente del Ministro delle Politiche Agricole all'interno dell'Esecutivo di cui è parte, data l'impossibilità per lo stesso di ottenere, oltre che il rispetto dei diritti dei lavoratori del settore, lo stanziamento di adeguate risorse realmente in grado di rilanciare competitivamente il comparto agricolo".

martedì 20 gennaio 2009

Barack Obama è il 44° presidente degli Stati Uniti


Alle 18.05 (ora italiana) il senatore Barack Hussein Obama ha prestato il tradizionale solenne giuramento diventando di fatto il 44° presidente americano.
E' un evento di grande portata storica, vista l'importanza che tale carica comporta a livello mondiale: un afroamericano alla guida del paese più potente della terra.
Nelle battute iniziali del suo discorso, richiamandosi al dettato della Dichiarazione d'Indipendenza, Obama ha affermato con forza: "E' l'ora di riaffermare uguaglianza e libertà".
Questo nuovo presidente, dopo i disastrosi 8 anni di governo Bush, fa nascere in noi tutti molte speranze.
L'America è il leader dei paesi del nostro globo, se vi sarà un cambiamento in positivo negli Stati Uniti, vi sarà anche un miglioramento in tutto il mondo, non solo per quanto riguarda l'economia e il progresso, ma soprattutto per quanto riguarda una nuova politica di pace ("mano tesa al mondo musulmano") e la riaffermazione dei diritti umani in tutti i paesi.
Il Partito Democratico di San Marco in Lamis non può che augurare buon lavoro a chi incarna la speranza di tutti.

Tavolo di coalizione e conferenza programmatica - L’Esecutivo approva il calendario politico proposto dal segretario provinciale

Promuovere le iniziative preliminari alla costituzione del tavolo a cui discutere le alleanze politiche in vista delle elezioni amministrative; aggiornare la conferenza programmatica e di organizzazione per consentire l’armonizzazione dei documenti già prodotti con le novità emerse a livello regionale e nazionale. Sono i temi centrali dell’agenda del Partito Democratico di Capitanata, così come è stata composta al termine della riunione dell’Esecutivo provinciale, svoltasi nel pomeriggio di ieri.
Il ritardo e le incertezze che hanno contraddistinto l’approvazione dello Statuto regionale del partito – ha affermato il segretario provinciale, Paolo Campo, introducendo l’incontro - sommate alle rilevanti e fondamentali conseguenze che per il nostro territorio avranno la crisi globale e il federalismo fiscale, sollecitano un’ulteriore riflessione sul contenuto della nostra proposta programmatica e sulla composizione della struttura che sarà chiamata ad incarnarla".
D’altronde, l’approssimarsi delle elezioni amministrative, che interessano 17 Comuni compreso il capoluogo, “impone un’accelerazione della discussione, innanzitutto interna, sulla coalizione con cui il PD si presenterà a circa la metà degli elettori della Capitanata – ha proseguito Campo – giacché la definizione delle alleanze precede, per logica oltre che per ragioni politiche, ogni e qualsivoglia azione di individuazione e selezione dei candidati, primarie comprese”. Di qui la proposta di rinviare – “non oltre la fine di febbraio” – la Conferenza programmatica e di organizzazione e di promuovere, già a partire da questa settimana, una discussione ricognitiva nei Comuni interessati dalla tornata elettorale. Gli esiti del confronto territoriale saranno, quindi, esaminati dall’Esecutivo, la cui riflessione avrà come premessa, ha chiarito il segretario provinciale, “il massimo rispetto delle volontà espresse da chi vive e opera nelle comunità chiamate a rinnovare le Amministrazioni”.

lunedì 19 gennaio 2009

Il Consiglio provinciale approva all’unanimità gli ordini del giorno del PD

Il Consiglio provinciale, riunitosi questa mattina, ha approvato all’unanimità gli ordini del giorno presentati dal gruppo consiliare del Partito Democratico per sollecitare l’attenzione della Giunta e dei parlamentari foggiani su tre tematiche specifiche: l’emergenza sociale vissuta a Borgo Mezzanone; la definizione dell’ICI sui fabbricati rurali; la modifica della tariffa elettrica.

Borgo Mezzanone – La richiesta avanzata dal PD al governo della Provincia, condivisa all’unanimità dall’Assise consiliare, è “promuovere un’attività di concertazione istituzionale con la Giunta regionale e i Comuni di Manfredonia e Foggia – si legge nell’ordine del giorno – per addivenire allo stanziamento di fondi specificamente destinati all’incremento dei servizi di assistenza, mediazione e integrazione sociale”, che favoriscano – ha sottolineato il capogruppo, Antonio Prencipeuna “pacifica convivenza tra la comunità di Borgo Mezzanone e le centinaia di immigrati che affollano il Centro di Assistenza Richiedenti Asilo politico”. Allo stesso tempo, si impegnano i parlamentari della Capitanata a “produrre gli atti opportuni a favorire lo stanziamento di risorse straordinarie e commisurate alla necessità di garantire il rafforzamento dell’apparato a presidio della sicurezza dei residenti di Borgo Mezzanone e degli ospiti del C.A.R.A.”.

ICI fabbricati rurali – “Le imprese agricole non possono essere vessate dalla ulteriore tassazione dei fabbricati rurali, conseguenza di una nuova interpretazione della norma sull’assoggettabilità di tutti i fabbricati rurali al pagamento dell’Imposta Comunale sugli Immobili”. E’ questa la motivazione di fondo, esplicitata in Aula consiliare da Antonio Prencipe, da cui origina l’ordine del giorno, approvato all’unanimità, con cui il Consiglio provinciale chiede al Governo di “chiarire il dettato normativo, avendo presente la necessità di salvaguardare un comparto economico già duramente colpito da crisi congiunturali e strutturali”.

Tariffa elettrica – Dal Consiglio provinciale, sempre su sollecitazione del Partito Democratico, è stato lanciato anche un appello al Governo, affinché si garantiscano “investimenti aggiuntivi e straordinari per il miglioramento della rete distributiva dell’energia elettrica, la cui attuale inadeguatezza determina il maggiore costo finale che sarà pagato in Puglia e nelle regioni meridionali” in conseguenza dell’abolizione della tariffa unica nazionale.

sabato 17 gennaio 2009

IL LAVORO NOBILITA. IL PRECARIATO NO.

Campo: "12 mesi per attuare le politiche energetiche pugliesi"

Avanzare proposte nelle istituzioni, protestare nelle sedi politiche non ha prodotto alcun correttivo della politica antimeridionalista della destra di Governo. Lo hanno compreso da ultimi anche i deputati del PdL meridionali, ma non tutti i pugliesi per la verità, i quali hanno, inutilmente, giocato la carta della relazione diretta con il premier per tentare di contrastare l’abbandono della tariffa unica dell’energia elettrica e l’introduzione di tre macro-zone.
Le negative conseguenze economiche del provvedimento, approvato nella sua versione leghista-nordista, le ha già esplicitate la Confindustria pugliese, attirandosi gli strali dei colleghi settentrionali, perché hanno osato contestare un decreto evidentemente concordato dal Governo con i vertici confindustriali.
Le negative conseguenze politiche sono meno evidenti, ma ben più gravi: la diversificazione dei costi energetici produrrà la rottura dell’unità nazionale e, ancor più, del patto di solidarietà tra regioni più ricche e regioni meno ricche. Si porta a compimento e si offre dignità politica, dunque, a quanto finora è stato fatto surrettiziamente dal Governo con il ‘sacco’ del Fas.
Compiuto questo passo, l’introduzione delle gabbie salariali, ad esempio, non sarà più un tabù; così come non lo sarà lo smantellamento di alcuni servizi pubblici essenziali, vedi il trasporto ferroviario e aereo, in ragione dell’antieconomicità.
Così si rompe, si spacca il Paese.
Se questo è il problema, la politica meridionale e, a questo punto, meridionalista ha il dovere di elaborare ed attuare soluzioni capaci di contrastare tale perversa strategia e, possibilmente, rilanciare lo sviluppo contando sulle proprie risorse.
Il settore energetico può essere un banco di prova.
Berlusconi e la Lega impiegheranno 24 mesi per smantellare la tariffa unica.
Vendola e il centrosinistra pugliese si impegnino, nei prossimi 12 mesi, a sbloccare gli investimenti nella produzione di energia da fonti rinnovabili, per consentire ai Comuni di utilizzare parte delle royalties per colmare il differenziale del costo energetico, così da consentire alle aziende locali di conservare competitività e, magari, promuovere l’attrazione di investimenti.
Contestualmente, Vendola e il centrosinistra pugliese si adoperino per incrementare la fiscalità locale a carico degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti fossili; vincolando l’extragettito all’implementazione delle infrastrutture di distribuzione dell’energia stessa. Così che il tributo maggiore si trasformi in un’occasione di miglioramento dell’efficienza dell’intero sistema energetico regionale e, dunque, sia restituito in altra forma anche alle imprese che lo versano.
Mi pare un modo razionale e solidale di mettere a frutto tanto il surplus energetico prodotto in Puglia che le potenzialità energetiche del nostro territorio. Altrimenti, al Nord continueranno a produrre sviluppo e reddito; a noi resteranno solo i fumi del camino di Cerano.

dal Corriere del Mezzogiorno

mercoledì 14 gennaio 2009

"Merci" Silvio - Con la svendita di Alitalia si è concluso un tipico imbroglio all'italiana

immagine documento Si è chiuso finalmente il romanzo fantascientifico di Alitalia. Con l'acquisto del 25% da parte di Air France-Klm, anche il tassello partner straniero trova la sua giusta collocazione e si può dire con certezza che oggi, 13 gennaio 2009 è nata la nuova Alitalia. Una vittoria mediatica di Berlusconi e dell'italianità? Niente affatto. Si è trattata di una clamorosa sconfitta e una svendita senza precedenti. E intanto i francesi ringraziano.

Nella giornata di ieri, la maggioranza le ha provate tutte per fare in modo che Air France non avesse la meglio. Letizia Moratti, sindaco di Milano, annunciava una fantomatica offerta da parte di Lufthansa all'ultimo momento. Berlusconi smentiva. Nel valzer degli annunci e delle smentite si è giunti fino alla definitiva partecipazione di Air France-Klm in serata per una somma vicino ai 320 milioni. Un accordo definito straordinario da parte del Presidente di Alitalia, Roberto Colaninno e per questo approvato all'unanimità da parte del consiglio di amministrazione. “La partnership - ha dichiarato Colaninno - garantirà un'assoluta autonomia gestionale di Alitalia rispetto ad Air France e si sviluppa su tre contratti: il primo sull'investimento; il secondo sulle modifiche statutarie conseguenti all'entrata di Air France con Alitalia e il terzo è l'accordo industriale”.

È sembrato un clamoroso successo per la politica dell'italianità proposta dal governo: è stata confermata la priorità strategica di Malpensa, a condizione della riorganizzazione del suo sistema aeroportuale, garantito l'asse Roma-Milano con la trasformazione di Linate in “city airport” specializzato nella tratta tra le due città e e definito l'hub di Fiumicino come enclave strategico per le rotte nel Mediterraneo, Sud America e Estremo Oriente.

Ma se si analizzano bene tutte le singoli vicissitudini che hanno portato all'accordo attuale si vede chiaramente come Alitalia sia stata svenduta. E i francesi lo confermano.

“Merci Silvio” è il titolo dell'editoriale di François Vidal per Les Echos in cui si legge chiaramente come sia stato Jean-Cyrill Spinetta, presidente di Air France-Klm, il vero vincitore nell'acquisto del 25% di Alitalia. Con la compagnia italiana, Air France-Klm si è assicurata il quinto mercato aereo europeo e uno tra i più redditizi con più di 24 milioni di passeggeri, undici dei quali sono viaggiatori internazionali. L'obbiettivo strategico non era, e non è, Malpensa ma Roma per creare un asse di hub complementari con Parigi “Charles De Gaulle” e Amsterdam “Schipol”.

Con la partnership in Alitalia, il colosso franco-olandese ha messo in scacco sia i rivali tedeschi di Lufthansa che, sebbene non abbiamo mai presentato un'offerta per l'acquisto di Alitalia, avrebbero visto con favore la creazione della dorsale Berlino-Vienna- Milano, sia quelli inglesi di British Airways tuttora in difficoltà con la conclusione della alleanza con gli spagnoli di Iberia.

I cugini d'oltralpe hanno rimarcato la nota più lieta per loro e difficile da digerire per noi. Grazie a Silvio Berlusconi la compagnia aerea francese ha fatto un grande affare a non comprare Alitalia per 1,5 miliardi nell'aprile del 2008. Il nostro premier ha fatto in modo che Air France potesse acquisire una società risanata e riorganizzata e non quella che perdeva un milione al giorno. E tutto questo ad un prezzo altamente concorrenziale, ossia 320 milioni che non sono affatto uno sproposito viste anche le buone prospettive future. E a questo va aggiunto il fatto che Air France non si dovrà accollare il problema delle casse integrazione e degli esuberi del personale. Insomma un vero regalo!!!

Insomma è stato un successo per Cai, per il governo e per Air France. Un fallimento per i cittadini italiani che pagheranno i 3 miliardi di debiti della vecchia compagnia aerea. Ma poco importa agli occhi di questo governo che guarda solo i propri interessi.

L'avviamento della nuova Alitalia sembra sia stata buono nonostante qualche di disagio a Linate e Malpensa e la cancellazione di alcuni voli. Restano le polemiche con i dipendenti e i loro sindacati che ieri hanno manifestato mettendo in atto un simbolico funerale per celebrare l'ultimo giorno di operatività della ex compagnia di bandiera e salutare il decollo di Cai.

La posizione del Partito Democratico è rimasta ferma e costante durante tutto il teatrino messo in scena dal governo. Per Massimo D'Alema l'accordo definitivo con Air France e l'intera vicenda Alitalia “è stato un tipico imbroglio". "Berlusconi ne ha fatto una bandiera elettorale e alla fine si è arrivati all'unica soluzione ragionevole – ha chiarito D'Alema - cioè che nel giro di qualche anno ci sarà una fusione tra Alitalia e Air France così come aveva individuato Prodi. La differenza, è che i francesi non pagheranno la fusione perché il costo dell'operazione è stato già scaricato sui cittadini italiani".

Come volevasi dimostrare, si chiude una vicenda scandalosa che rasenta l’imbroglio”.
E’ quanto ha dichiarato il ministro ombra delle Infrastrutture, Andrea Martella, a proposito dell’ok di Cai ad Air France. “I cittadini pagano più di 3 miliardi, le tariffe aumentano e c’è meno occupazione. Un risultato disastroso il cui responsabile è Silvio Berlusconi”.
Una presa in giro durata fino all’ultimo – ha concluso il deputato del PD – con la disputa all’interno della maggioranza e gli annunci di altre offerte inesistenti. Formigoni e Moratti sono stati trattati a pesci in faccia, ne traggano le conseguenze”.

Per Cesare Damiano, viceministro ombra del Lavoro, “l’italianità a termine della nostra compagnia di bandiera, perché fra quattro anni Alitalia sarà venduta, è costata quasi 4 miliardi di euro alle famiglie italiane facendo, inoltre, pagare un duro prezzo occupazionale in un momento di crisi economica. Un danno ed una presa in giro per il paese ed i cittadini. La Francia ci ha addirittura ringraziato per il regalo fatto dal governo Berlusconi. Al paese restano i debiti, un conflitto tra Malpensa e Fiumicino e le tratte Milano-Roma, comparativamente le più care di Europa e un accordo siglato dai sindacati confederale, che, nonostante l’ultimatum e la fretta di concludere del ministro Sacconi, si dimostra di difficile gestione e si trascina da mesi. Cosa pensa di fare il Governo? Di fronte a tutto ciò è necessario che l’esecutivo informi il parlamento.

da www.partitodemocratico.it

giovedì 8 gennaio 2009

UNIVERSITA': SENATORI PD DEL SUD "OPERAZIONE DI FACCIATA. RESTANO TAGLI PESANTI E SOLDI SOTTRATTI AL FAS"

"Le università italiane hanno bisogno di più risorse. Francamente non crediamo possibile un profondo cambiamento e un rilancio degli atenei con la pesante decurtazione dei fondi decisa dal Ministro Gelmini e dal Governo Berlusconi. Ma è ancora più grave che le poche risorse da destinate alle università vengano attinte dal Fondo delle aree sottoutilizzate e quindi sottratte al Sud del Paese".
Lo dichiarano i senatori del Pd Teresa Armato, Alfonso Andria, Maria Antezza, Filippo Bubbico, Vincenzo De Luca, Costantino Garraffa, Maria Fortuna Incostante, Colomba Mongiello, Antonio Papania che aggiungono: "E' evidente che si tratta di una operazione di facciata, dove la valorizzazione del merito, che noi riteniamo fondamentale, diventa però in questo contesto una scappatoia per la maggioranza per nascondere i tagli indiscriminati, che danneggiano le università italiane e in particolare quelle del Mezzogiorno".

domenica 4 gennaio 2009

BUON 2009

Il Partito Democratico di San Marco in Lamis vi augura
BUON 2009

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