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mercoledì 17 dicembre 2008

Rinnovamento. Dalla sconfitta in Abruzzo la spinta a cambiare

immagine documento Il risultato del voto in Abruzzo "evidenzia in modo nettissimo un malessere dei cittadini e dell'elettorato verso la politica e le istituzioni" che "colpisce fortissimamente il Pd che è nato per rinnovare il rapporto tra politica e cittadini e quindi ha suscitato maggiore delusione. Il risultato ci richiede di premere sull'acceleratore dell'innovazione".
Goffredo Bettini
, coordinatore politico del Pd, sintetizza così la discussione avvenuta durante la riunione del coordinamento che si è svolta questa mattina alla Camera e che ha analizzato l'esito del voto in Abruzzo, dove ha vinto la destra.

"Il dato che colpisce di più - osserva Bettini – è l'astensionismo: ha votato il 30% in meno rispetto alle politiche e il 15% in meno rispetto alle ultime regionali”. Infatti molta gente ha deciso di non andare a votare, un astensionismo che colpisce tutti i partiti tranne Di Pietro, il Pdl ad esempio passa da 344mila voti a 190mila e il Pd da 277mila a 106mila, rispetto alle politiche. Siamo i più colpiti dal non voto "perché giustamente l'elettorato democratico è più esigente verso un partito che è nato per rinnovare la politica" nota Bettini.
"In Direzione questo dato ci spingerà a premere l'acceleratore su una fortissima innovazione che recuperi lo spirito e le speranza che abbiamo suscitato nella fase costituente".

Un voto che per lo stesso Veltroni "ci consegna un risultato particolarmente negativo che va guardato in faccia nella sua dimensione reale e non spiegato con un malefico sguardo politicista, che indica ragioni di malessere sociale e di critica verso un certo modo di fare politica".
Il segretario sente la necessità di "fare ancora di più il Pd, e la responsabilità di non aver reso evidente e chiaro ciò che il Pd può essere di nuovo, perchè quando il Pd è il Pd, i risultati sono venuti". Invece "ogni volta che il vecchio si aggrappa ai nostri piedi, noi paghiamo un prezzo".

La chiave di volta per il superamento del calo di consensi sta nell'innovazione, sulla quale ora più che mai Veltroni vuole accelerare.
In quale direzione? "Dobbiamo far sentire che noi siamo il partito del lavoro, il partito che combatte il rischio di impoverimento innovando, che quando innova lo fa per dare più giustizia sociale".

Insomma i risultati delle regionali in Abruzzo, dove le elezioni anticipate provocate dall'arresto del presidente della regione Ottaviano Del Turco vedono prevalere la destra in una competizione in cui quasi un abruzzese su due è rimasto a casa, devono spingere il Pd sulla strada del cambiamento. E d'altronde lo stesso Veltroni ne ha parlato a poche ore dalla chiusura delle urne: "C'è malessere, stanchezza e critica, anche nei nostri confronti. Dobbiamo fare di più sulla strada della moralizzazione della vita pubblica e sulla questione etica. Bisogna intervenire con grande determinazione. Meglio pagare un prezzo elettorale subito ma garantire un futuro al riformismo e al Pd senza comprometterlo".

Intanto all'interno del partito ci si interroga sull'opportunità di rivedere il sistema delle alleanze. A far riflettere infatti è la differenza tra il sostegno ottenuto del candidato alla presidenza per il centrosinistra, rispetto ai voti ottenuti dalla coalizione. Come sottolineato da Giuseppe Fioroni, la "distanza tra la coalizione di centrodestra e quella di centrosinistra è solo del 3%. Il rammarico è che con l'Udc avremmo vinto".

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