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venerdì 24 ottobre 2008

L'intervento al Senato sulla scuola di Comba Mongiello

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVI LEGISLATURA ------

76a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO SOMMARIO E STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 23 OTTOBRE 2008

(Antimeridiana)

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Presidenza del vice presidente NANIA


PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Mongiello. Ne ha facoltà.

MONGIELLO (PD). Signor Presidente, colleghi, signori del Governo, signora Ministro, nel decreto in questione mi aspettavo di leggere finalmente l'aumento di stipendio tanto sbandierato nelle prime interviste e che aveva, sì questo, creato molte aspettative negli operatori della scuola ma di cui, ahimè, non vi è traccia, così come il problema delle immissioni in ruolo, preventivate dalla stessa Ministro nella sua prima dichiarazione in Commissione cultura, che pensavo inserite nell'articolo 5-bis, dove si aprono le maglie per rimettere in graduatoria permanente gli ultimi "sissini", ma non si spende una sola parola per definire la situazione del reclutamento che riguarda oltre 200.000 docenti presenti nelle stesse graduatorie. Mi dispiace che sia andato via il collega Sibilia - sono d'accordo col suo intervento - che ha presentato la situazione di queste graduatorie.

E pensare che tutto il Parlamento fu concorde nel risolvere definitivamente la situazione di questo precariato storico, stabilire l'immissione in ruolo in tre tranches così da ripensare, una volta eliminata questa graduatoria con le assunzioni, e ridefinire una nuova forma di reclutamento che servisse anche al ringiovanimento della nostra scuola e della nostra classe docente che, ahimè, supera abbondantemente l'età dei quarant'anni quando viene immessa in ruolo.

Certo non è colpa loro se hanno dovuto affrontare diverse prove concorsuali: lo voglio dire a chi ha proposto le graduatorie dimezzate, di cui si parla in questi giorni (in attesa, di 30 o 60 giorni). Non si entra in graduatoria senza aver affrontato prove concorsuali: lo dico alla ministra Gelmini, che forse non lo sa, e lo dico al ministro Brunetta, che forse non lo sa. Non si entra in ruolo nella scuola ope legis: bisogna aver superato un concorso o una prova abilitante o essere iscritti alla SSIS e aver superato la prova finale dopo i due anni.

Ecco perché dico basta con queste confusioni. Tra le altre cose, hanno aspettato anche troppo tempo: chi in quest'Aula spesso ha avuto a che fare con articoli di stampa, attraverso «Italia Oggi», ha parlato ai precari, alla loro sofferenza nel precariato, alla loro immissione in ruolo; e, ahimè, questa volta, stando anche in un ruolo diverso, nel suo intervento il sen. Valditara di ieri purtroppo non ha neanche citato quella categoria che tentava di rappresentare.

A me dispiace molto - anzi, ne sono indignata - per questa vergognosa campagna di stampa messa ad arte contro i supplenti ed i precari: stiamo parlando di persone che insegnano da oltre vent'anni, sistematicamente da settembre a giugno, e prestano regolarmente servizio ai nostri figli, aiutandoli a diplomarsi.

Voglio ricordarlo anche perché, tra l'altro, è stata messa in piedi, ad arte, una campagna stampa verso le insegnanti incinte, come se la maternità in questo Paese fosse una colpa. E allora vi invito con molta sincerità a badare al fatto che è molto attento questo Governo alle donne e alle famiglie!!

In primo luogo, ha eliminato il credito d'imposta per le assunzioni al Sud; in secondo luogo, la detassazione degli straordinari ha premiato solo le categorie forti del mercato del lavoro (e non certamente le donne); in terzo luogo, manda a casa il personale facente parte del precariato del pubblico impiego e della scuola (due terzi del quale è costituito da donne). E poi dice: bene, visto che state tutte a casa, adesso non serve il tempo pieno, perché vi potete occupare dei vostri figli!!

Ma questo non è il modello educativo che abbiamo voluto scegliere per la nostra società! È un altro modello, il nostro, ed è diverso dal vostro: in questo rivendico la diversità, se mi è consentito.

Badate, qui non si parla di riforma della scuola, perché la circolare sul grembiulino l'avete spacciata per riforma, ma è tutt'altro: è una circolare, come quelle sul voto di condotta e sui libri di testo. Chi non si occupa di scuola, forse non sa che quelle sono semplici circolari che ogni anno il Ministero, attraverso i suoi funzionari, non attraverso il suo Ministro, dirama per le disposizioni dell'avvio dell'anno scolastico. Questo andava detto al Ministro e, forse, ai suoi collaboratori.

Guardate, mi dispiace intervenire ora che non c'è anche il Ministro (Tremonti) al quale volevo rivolgermi, poichè in questo caso quello di riferimento non è il Ministro della Pubblica Istruzione, visto che non stiamo parlando di riforma della scuola, ma dei tagli della finanziaria, che sono tutt'altro.

Voglio invece parlare della riforma della scuola, e intendo anche chiedervi chi dirà alle famiglie che diminuisce il tempo reale nonostante le rassicurazioni di ieri del primo Ministro? A proposito, mi ha colpito molto questo Primo Ministro che interviene ogni volta che i suoi Ministri, quelli di ultima ora, sono in difficoltà, come facevano i presidi che accompagnavano le giovani insegnanti il primo giorno di scuola, raccomandando loro di non mettere 2 come voto e di non minacciare gli studenti, perché questo è autoritarismo. Non si è autorevoli soltanto con le semplici minacce, ma lo si è in modo diverso, con la conoscenza degli argomenti, con la preparazione e con il rispetto dei propri alunni.

Signor Presidente, mi avvio a concludere chiedendovi anche chi dirà ai sindaci che, oltre ai tagli che hanno già sostenuto, dovranno anche provvedere a mandare a scuola, ovviamente a proprie spese, gli alunni in altro Comune? E, tra le altre cose, voglio aggiungere, riguardo a questo, che ieri l'ultimo decreto dei Ministri non ha prorogato gli sfratti. Quindi, in aggiunta, riversiamo anche sui sindaci dei nostri Paesi, piccoli o grandi che siano, tutta una marea di responsabilità, con un taglio di fondi che nella finanziaria che abbiamo già votato, hanno dovuto subire.

La mia opinione è di parlare un'altra scuola di cui qui non si è parlato ma di cui abbiamo cercato di parlare anche in Commissione. Il Presidente ha avuto anche modo di apprezzare il nostro spirito costruttivo come Partito Democratico, perché vogliamo veramente parlare di scuola, perché di problemi ce ne sono tanti, ma vogliamo parlarne anche nelle sedi giuste, in quelle opportune, in questo Parlamento.

Vogliamo parlare dei diversi segmenti della nostra scuola, di quella scuola che è in grado di garantire un'istruzione di qualità, che include, che accoglie; la stessa scuola del disagio e dell'integrazione che noi conosciamo, a cui abbiamo affidato i nostri figli e per la quale saremmo anche disposti a spendere, ovviamente, le risorse migliori dei nostri bilanci.

Peccato che questo Governo con i suoi Ministri, con il suo Primo ministro, pensino che esse siano uno spreco: in questo io ravvedo la nostra diversità. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).

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