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lunedì 16 giugno 2008

Il coordinamento del PD sulla collocazione europea del partito

Uniti e non da soli

Gli eurodeputati del Pd che verranno eletti alle elezioni del 2009 siederanno in un unico gruppo parlamentare a Strasburgo, senza però entrare semplicemente in uno dei gruppi esistenti, come il Pse, fermo restando che di quest'ultimo fanno parte il maggior numero dei partiti riformisti europei. La decisione sulla collocazione europea del partito è stata presa dai vertici del PD dopo una lunga riunione, cui hanno preso parte il segretario Walter Veltroni, Franco Marini, Massimo D'Alema, Giuliano Amato, Arturo Parisi, Rosy Bindi, Pierluigi Bersani, Piero Fassino, Pierluigi Castagnetti, Beppe Fioroni, il numero due del partito Dario Franceschini, Paolo Gentiloni e Goffredo Bettini.

Il PD quindi non chiude la porta al Pse, ma anzi va avanti nel costruire un "campo riformista di relazioni". Dunque, viene esclusa l'ipotesi che il PD possa andare diviso al Parlamento europeo, così come viene scartata la soluzione di andare "da soli, perchè così si conta poco".

Lapo Pistelli, responsabile Relazioni internazionali del Pd, ha spiegato che la riunione è stata "lunga e approfondita", dopo l'inizio con una relazione dello stesso Pistelli seguita da un giro di tavolo, nonchè da altri interventi liberi e dalle conclusioni di Veltroni.

"La costruzione di un campo riformista in Europa - ha spiegato Pistelli - che rappresenta il nostro obiettivo, significa avere a che fare con forze che in gran parte militano nel campo socialista". "Le modalità - ha proseguito il dirigente del Pd - con cui nei prossimi mesi lavoreremo insieme per arrivare entro il 2009 a una soluzione nuova e unitaria, deve essere ancora stabilita, ma non può che partire dalle disponibilità finora riscontrate dagli altri partiti europei".

La riunione è servita soprattutto a stabilire alcuni "macropaletti", il primo dei quali consiste nell'escludere una collocazione a Strasburgo separata, con gli ex Ds nel Pse e gli ex Margherita nell'Alde. "La soluzione - ha insistito Pistelli - sarà unitaria". E' stato anche escluso che a Strasburgo il PD vada da solo."Se vogliamo esportare in Europa la nostra novita' - ha dichiarato Pistelli - non lo possiamo fare in solitudine". In terzo luogo, Pistelli ha spiegato che il Pd non opterà "per una semplice adesione a un gruppo oggi esistente".

Inoltre alla domanda rivolta a Pistelli se la soluzione più plausibile fosse quella di una federazione con il Pse, Pistelli ha replicato che "questa potrebbe essere una delle modalità , che nascerebbe dalla consapevolezza che gran parte delle forze riformiste sono collocate in quel gruppo".
Freddezza invece verso una quarta soluzione, ossia dar vita a una nuova famiglia costruita dal PD insieme ad altri partiti: 'Questa soluzione però - ha osservato l'esponente del PD - coincide in gran parte con l'andare da soli".

Pistelli infine ha tenuto a sottolineare l'utilità della riunione, specie per "dissodare il terreno". "Era la prima volta - ha osservato - che ci ascoltavamo e non ci parlavamo a mezzo di interviste. La soluzione arriverà discutendo, ma oggi e' stato compiuto un passo importante perchè abbiamo riconosciuto che il !non possumus" porta ad altri "non possumus": il "mai" è stato escluso dal tavolo". I tempi della decisione saranno comunque scanditi dalle elezioni del 2009.
L'obiettivo è quindi di essere pronti per il 2009, "secondo i tempi compatibili della politica". Positivo anche il commento dell''ex ministro della Difesa Arturo Parisi: "Non fosse altro per il fatto di aver discusso per cinque ore di un argomento così importante"

da www.partitodemocratico.it

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