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domenica 24 febbraio 2008

Rinfreschiamoci la memoria sulla attuale legge elettorale

Ci stiamo avvicinando alle votazioni del 13 aprile, data in cui tutti noi saremo chiamati a votare per la prima volta per il PD.
Trovo giusto rinfrescare un pò a tutti la memoria sulla attuale legge elettorale definita “Porcellum” dall'espressione utilizzata dal suo stesso legislatore, ovvero l’on. Roberto Calderoli. Infatti il politico leghista, durante la trasmissione "Matrix" nel marzo 2006, disse espressamente sulla sua legge: ”si dovrà riscrivere. Glielo dico francamente, l’ho scritta io ma è una porcata” (sic!).
La legge elettorale vigente, con la quale si voterà per le politiche nazionali, prevede un sistema ibrido e complicato, che riprende alcune caratteristiche del sistema proporzionale (in particolare il voto di lista per il partito) ma le subordina al principio fondamentale del sistema maggioritario (chi prende un voto in più ha vinto).
Le elezioni del 2006 hanno ampiamente dimostrato che uno dei problemi di questa legge è il premio di maggioranza che, mentre alla Camera è su scala nazionale, al Senato scatta a livello regionale, rendendo difficile una maggioranza solida.

IL CAPO DELLA COALIZIONE - Le coalizioni sono identificate dal nome del loro capo (che nel 2006 erano Romano Prodi per l’Unione, Silvio Berlusconi per la Cdl). Il fine della legge è, infatti, quello di aggregare le coalizioni prima del voto, indicando chiaramente al capo dello stato la persona da nominare presidente del consiglio e la maggioranza di governo che lo dovrà sostenere. Nel 2006 le liste collegate a Prodi, per la Camera, ebbero circa 25.000 voti in più di quelle collegate a Berlusconi, determinando la vittoria dell’Unione. Al Senato invece, pur avendo ottenuto in totale più voti la Casa della libertà, l'Unione è riuscita a spuntarla ugualmente per qualche senatore.

PARTITI E COALIZIONI
- L’elettore vota per il partito e non ha l'opportunità di scegliere con la preferenza i candidati che sono presentati in "liste bloccate"; in questo modo indica anche la coalizione di governo preferita e la persona che dovrà guidare il governo. Non è ammessa la possibilità di votare per un partito e scegliere una coalizione diversa ( il cosiddetto "voto disgiunto" come accade per i sindaci, i presidenti di provincia e delle regioni).

PREMI DI MAGGIORANZA - La coalizione che ha ricevuto più voti ha diritto al premio di maggioranza, pari al 55 % dei seggi (se non abbia già diritto, in base ai voti ricevuti, ad una percentuale più alta). Il premio è applicato su base nazionale alla Camera (con esclusione della Val d’Aosta), ed equivale a 340 seggi su 630, che vengono ripartiti fra i partiti in proporzione ai voti ottenuti (mentre i partiti sconfitti si dividono gli altri). Per il Senato, il premio di maggioranza, invece, è assegnato regione per regione. Non è prevista alcuna soglia minima da raggiungere per avere diritto al premio (cosa su cui la Corte Costituzionale ha avanzato forti dubbi, paventando una possibile dichiarazione di illegittimità), quindi in teoria una coalizione pur ottenendo solo un 30% otterrebbe comunque la maggioranza dei seggi!

SBARRAMENTI - Alla ripartizione dei seggi sono ammessi solo i partiti che abbiano superato gli sbarramenti previsti; questi non sono uguali per tutti, perché concepiti in maniera da premiare i partiti che si coalizzano a discapito di quelli che si presentano al di fuori delle coalizioni principali.

ALLA CAMERA - I partiti coalizzati sono ammessi alla ripartizione dei seggi se hanno avuto almeno il 2 % dei voti; ma è previsto anche il ripescaggio del partito più votato fra gli esclusi di ciascuna coalizione. Cosi, ad esempio, nel 2006, nell’Unione fu ripescata l’Udeur, che aveva avuto l’1,4 per cento; mentre nella Cdl fu ripescata la lista comune fra Nuovo Psi e Dca, che aveva avuto solo lo 0,7 per cento. Per i partiti non coalizzati, la soglia di sbarramento sale al 4 %. Inoltre, se una coalizione non raggiunge almeno il 10 %, i suoi partiti sono esclusi comunque.

AL SENATO valgono principi analoghi, ma le soglie sono diverse, e sono sempre considerate su base regionale: 3 % per i partiti coalizzati (senza ripescaggi); 8 % per i non coalizzati; 20 % per le coalizioni.

ELETTI ALL’ESTERO - A parte vengono eletti i 12 deputati e 6 senatori riservati agli italiani residenti all’estero, che non entrano nel calcolo dei premi di maggioranza.

Stando così le cose, soprattutto per il Senato sarà davvero un terno al lotto! Inoltre la strategia di Berlusconi e Veltroni, chiaramente volta ad eliminare un certo numero di piccoli partiti e aggregazioni, probabilmente farà sì che le percentuali ottenute dai partiti che non superreanno le soglie di sbarramento verranno poi ridistribuite ai partiti che le supereranno. Difficile perciò fare prima dei calcoli. Attenti quindi a fare proclami di vittoria o a darsi battuti in partenza, probabilmente ci saranno davvero grosse sorprese.

P.S.

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