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lunedì 3 dicembre 2007

RIFORME, VELTRONI: IL CONFRONTO IN PARLAMENTO PUO’ PARTIRE

«Il confronto in Parlamento può partire». Si è concluso in tarda nottata il vertice di ben tre ore e mezzo che ieri ha riunito nel nuovo loft di piazza Santa Anastasia i leader più autorevoli del Partito Democratico.
Presenti alla riunione assieme al segretario del Pd Walter Veltroni, al suo vice Dario Franceschini e al Presidente del Consiglio Romano Prodi, infatti, i vicepresidenti del Consiglio Massimo D'Alema e Francesco Rutelli, il segretario nazionale dei Ds Piero Fassino, e i ministri Rosy Bindi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Fioroni, Pierluigi Bersani, Giuliano Amato, Arturo Parisi, Vanino Chiti, il sottosegretario Enrico Letta, i capogruppo di Camera e Senato Anna Finocchiaro e Antonello Soro, il coordinatore Goffredo Bettini, il responsabile informazione Marco Follini, e i presidenti delle Commissioni affari costituzionali di Camera e Senato Luciano Violante e Enzo Bianco.Via libera a Veltroni a trattare con le opposizioni su un modello di voto, che come ha spiegato lo stesso segretario al termine dell’incontro, sia «proporzionale con soglia di sbarramento», senza premio di maggioranza e che «consenta ai cittadini di scegliere (tramite le preferenze, n.d.r.) i loro rappresentanti».
Qualcosa di molto simile alla formula tedesca, con una grande attenzione alle alleanze. Scartata l’ipotesi sorretta da Veltroni di poterle decidere dopo il voto, i leader del Pd hanno optato, infatti, all’umanità per «una dichiarazione preventiva delle forze politiche sulle alleanze, una volta misurati i programmi di ciascuno». Niente di vincolante, ma comunque un utile aiuto per scongiurare quella logica delle «mani libere» avversata da Prodi e dagli ulivisti.Il partito democratico ha «discusso e convenuto – ha commentato Veltroni - su un sistema elettorale proporzionale con soglia di sbarramento che favorisca una disproporzionalità, tenendo conto della complessità del sistema italiano, e contenga una dichiarazione preventiva delle forze politiche sulle alleanze, una volta misurati i programmi di ciascuno». «Il lavoro svolto in questi giorni – ha poi sottolineato - è stato apprezzato e ora lo riferiremo ai presidenti delle commissioni Affari costituzionali. Il nostro obiettivo è tenere unito legge elettorale, riforme istituzionali e riforma dei regolamenti parlamentari». «E' stata una riunione molto utile, di approfondimento – ha commentato anche il vicesegretario Dario Franceschini - , Veltroni ha riferito del giro di colloqui fatto un dibattito approfondito e tecnico, che ha registrato una larghissima convergenza per far partire il lavoro in Parlamento e raggiungere l'intesa più larga possibile su un sistema proporzionale senza premio di maggioranza e con uno sbarramento che riduca la frammentazione e una dichiarazione di alleanze che sia una scelta politica e non una costrizione».
Ma i due leader non hanno nascosto la presenza di posizioni discordanti e dissidenti, come quelle registrare da parte di Arturo Parisi e Rosy Bindi che hanno voluto sottolineare nel corso del vertice di avere «posizioni distinte da Veltroni – pur aggiungendo - ce le siamo esposte reciprocamente».
Arturo Parisi – ha aggiunto Veltroni - ha espresso una perplessità ma, insomma, abbiamo discusso e convenuto su questo». «Naturalmente – gli ha fatto eco Franceschini - c'è qualche sfumatura ma c'è stata una quasi unanimità».
Nessuna dichiarazione invece rilasciata dal presidente del Consiglio, che nella giornata di ieri aveva però chiarito e ribadito di essere il garante di tutta la coalizione e rassicurato i partiti minori in vista della riforma della legge elettorale. «Il dialogo – ha confermato Veltroni in conclusione - è un aiuto per il Governo non un danno».

da www.partitodemocratico.it

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